Terminus Radioso, parte 4.7 - Kersai Gishiga, cacciatore coriachi
Kersai è stato allontanato diversi anni fa dalla sua gente e ora si guadagna da vivere offrendo i suoi occhi e il suo fucile al miglior offerente. Nessuno conosce le ragioni dell'esilio di Kersai e i suoi problemi con la lingua imperiale non favoriscono certo la comunicazione. Ma la conoscenza approfondita della taiga e l’abitudine a non fare domande, fanno di lui una risorsa molto preziosa e contesa a Posidonia.
Obiettivo: apprendere la lingua imperiale e diventare un cittadino rispettato.
1d6 dicerie:
- Kersai deve consegnare un fagotto alla vecchia Eke, presso la sua tribù nel cuore della taiga, a nord di Posidonia. Non può però avvicinarsi alla sua gente senza rischiare di essere ammazzato come un cane.
- I mistici vorrebbero farne il più grande esploratore dell’abisso, ma Kersai sembra esserne terrorizzato, nonostante il fatto che il lago nero sia un luogo sacro e venerato dai coriachi.
- Kersai ha abbracciato la Tempesta, rinnegando gli antichi dei. Si dice che questa sia la causa del suo esilio. Ma nessuno conosce la verità.
- Indossa sempre una pelliccia molto pesante, bruciacchiata in diversi punti. L’ha cucita lui stesso, utilizzando le pelli di diverse tilki rosse.
- Kersai vive in una piccola baita di legno, poco fuori le mura della città. Per trovarlo bisogna percorrere il sentiero che taglia i campi ogm a est e raggiungere i primi alberi della foresta. Quando qualcuno gli chiede perché si ostini a vivere così isolato, lui risponde pacato: “lago troppo nero, foresta troppo bianca”.
- Si vede spesso gironzolare nei pressi del consorzio. Ma Kersai guadagna bene, non ha bisogno della carità delle sorelle. Deve esserci qualcosa di losco.
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